Artista precocissimo, durante la nascita avvenuta nella notte tra il 17, il 18 ed il 19 aprile del 1971 già scambia qualche battuta con l’ostetrica che l’ha in braccio; questa, sconquassata dalle risate e sbarellata di suo, lo farà cadere fino alla notte del 15 maggio. Raccolto, trascorre l’infanzia. Sfocia il suo disagio pubescente nell’adolescenza. E, soprattutto, nel bagno di casa. A 13 anni, un po’ per gioco, un po’ molto per fame, intrattiene gli annoiati clienti di un campeggio per quasi due ore, improvvisando sketches ed imitando i suoi attori preferiti di sempre: Ugo Pagliai, Amedeo Nazzari, Claudio Rigoni, e Giacomo Bini. Raggiunta la fama, la supera senza mettere la freccia: fermato, passerà la notte all’addiaccio, che non è una bestemmia. Infaticabile innovatore di linguaggi, inventa un nuovo modo di comunicare: lo SKROPT, che prende subito piede tra i giovanissimi che non hanno niente da dirsi.

Fautore di una comicità trasversale, raramente longitudinale, pregna di nervature oblique, al motto “Una risata ci seppellirà” ha accettato più volte di farsi sotterrare ridendo, emergendone ogni volta con un’espressione un pò più seria, e chiedendo da bere. Con i primi guadagni diventa azionista di minoranza di un’azienda che produce soffi per girandole. Qui conosce Terenzio Gualdi, amico intimo di quel Sergio Brio dal quale erediterà quell’ironia particolare che porta a ridere da soli, sovente, anche durante i consigli di amministrazione. Ripreso, darà la colpa a Sergio, il quale, ridendo, verrà allontanato. A tutt’oggi si esibisce (Andrea) nei locali di tutta la penisola, appena dopo l’orario di chiusura. Brio, invece, passa il tempo partecipando a matrimoni di persone sconosciute scoppiando in grossolane risate appena dopo il “si” degli sposi.